BUONO A SAPERSI “IN SANITA”
Scopri le notizie sulla Sanità : leggi e approfondisci BUONO A SAPERSI IN SANITÀ.
La Sanità è un tema di vitale importanza per ogni cittadino. Con il continuo evolversi delle leggi, delle tecnologie e delle pratiche mediche, è fondamentale rimanere aggiornati. In questa sezione, troverai tutte le notizie più recenti e gli approfondimenti su ciò che è BUONO A SAPERSI IN SANITÀ.
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1: Le informazioni sulla Sanità
IL FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA SANITARIO ITALIANO
Universalità, uguaglianza ed equità al centro di un modello unico al mondo.
Dal 1978, anno di istituzione del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) con la Legge 833, l’Italia ha tradotto in pratica l’articolo 32 della propria Costituzione, che riconosce il diritto alla salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività. Questo principio si è concretizzato in un modello basato sull’accesso universale alle cure, indipendentemente dal reddito o dalla regione di residenza.
Un privilegio enorme se consideriamo che in altri Paesi l’accesso alle cure esclude grosse fette di popolazione che non possono permettersi di pagare una assicurazione sanitaria.
I livelli Essenziali di Assistenza (I Lea)
Il sistema sanitario italiano mette a disposizione del cittadino tutto quanto è esplicitamente contenuto all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza, i cosiddetti Lea; se una cura è nei Lea teoricamente lo Stato è tenuto a garantirla, gratuitamente o dietro pagamento del Ticket. I Lea si reggono su tre pilastri:
- Programmi di sanità pubblica e prevenzione collettiva: come ad esempio i programmi vaccinali, la sicurezza alimentare, la sorveglianza sulle malattie infettive, la sorveglianza e la prevenzione delle malattie croniche, la programmazione di screening;
- Attività assistenza ospedaliera, come ad esempio i pronto soccorso, la riabilitazione e le lungodegenze, i centri trasfusionali, le attività legate ai trapianti;
- Attività di assistenza distrettuale diffuse sul territorio: il medico di medicina generale, il pediatra di libera scelta, l’assistenza farmaceutica, l’assistenza domiciliare, ma anche l’attività specialistica ambulatoriale e l’emergenza sanitaria territoriale, cioè il servizio del 118 (e del 112, se attivo nella vostra Regione).
Il Ruolo delle Regioni
Con la riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001, le competenze sanitarie sono state trasferite dallo Stato alle Regioni, creando di fatto 21 servizi sanitari regionali. Si è così stabilita una suddivisione su tre livelli:
- Livello nazionale: comprende gli organi di indirizzo per cui parlamento e governo interagiscono con la Conferenza Stato Regioni, l’organo di raccordo finalizzato proprio alla collaborazione istituzionale tra Stato e Regioni supportati da organi tecnico scientifici come l’Istituto Superiore di Sanità, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), L’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) e gli istituti zooprofilattici sperimentali;
- Livello regionale: Le regioni gestiscono e organizzano il servizio sul proprio territorio, applicando le norme nazionali;
- Livello locale:Le Aziende Sanitarie Locali (ASL) o Aziende Socio-Sanitarie Territoriali (ASST), insieme alle Aziende Ospedaliere, assicurano le prestazioni sanitarie quotidiane. I Comuni collaborano alla prevenzione, all’assistenza domiciliare e ai servizi sociosanitari integrati.
Questa ampia autonomia regionale permette di adattare i servizi alle esigenze specifiche dei territori, ma può anche generare disuguaglianze nell’offerta e nella
qualità delle cure, alimentando il fenomeno della mobilità sanitaria interregionale. Alcune Regioni, più virtuose, riescono infatti a potenziare i propri servizi e a richiamare pazienti da altre Regioni (mobilità attiva), mentre altre faticano ad offrire prestazioni adeguate (mobilità passiva), con un importante aggravio di spesa per le regioni stesse. La mobilità passiva infatti rappresenta un costo per le Regioni; nel 2024 la Fondazione Gimbe ha stimato che nel 2021 la Regione Sardegna abbia speso oltre 64 milioni di euro in prestazioni di mobilità passiva.
Come si finanzia il sistema sanitario nazionale?
Il sistema è per la gran parte finanziato e sostenuto dalla fiscalità generale: le tasse dei cittadini e i contributi dei lavoratori e delle imprese. Ciò significa che, almeno nelle intenzioni, la salute è vista come un bene comune, finanziato solidalmente da tutti. I servizi essenziali sono gratuiti, altri prevedono una compartecipazione del cittadino, altri invece, considerati non essenziali, sono a pagamento:
- Prestazioni garantite a titolo gratuito: La medicina di base (medico di famiglia e pediatra di libera scelta), le emergenze/urgenze, i ricoveri ospedalieri, e i percorsi di cura per molte malattie croniche sono coperti senza costi diretti per il cittadino.
- Il Ticket sanitario: Per alcuni esami diagnostici, visite specialistiche o prestazioni ambulatoriali può essere richiesto al cittadino il pagamento del ticket, una quota di compartecipazione alle ingenti spese del servizio sanitario nazionale. Tuttavia, sono previste numerose esenzioni in base a reddito, età, patologie croniche o invalidità.
- I Farmaci: I farmaci considerati essenziali o indispensabili per la salute sono forniti gratuitamente o con costi ridotti, mentre quelli non essenziali, o le classi di farmaci a fascia C, restano interamente a carico del cittadino.
Il cittadino può affidarsi ai servizi di ospedali e ambulatori pubblici o a strutture private accreditate dal sistema sanitario nazionale, sia nella propria regione che in altre Regioni Italiane.
Pur con le sue grandi criticità Il Sistema Sanitario Italiano è un pilastro della nostra società, una conquista collettiva che garantisce una solida assistenza sanitaria. Conoscere come funziona, quali diritti ci spettano e come usufruirne al meglio, è il primo passo per operare scelte consapevoli.
31/03/2025
Chiara Prinzi
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2: TICKET SANITARIO
TICKET SANITARIO: ECCO COME FUNZIONA LA QUOTA DI COMPARTECIPAZIONE
Il ticket sanitario rappresenta la quota di compartecipazione diretta dei cittadini alla spesa pubblica per l’assistenza sanitaria fornita dallo Stato e dalla Regione di riferimento. Secondo quanto stabilito dai Livelli essenziali di assistenza (LEA), definiti con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2017, sono diverse le prestazioni per le quali viene richiesto il pagamento di un ticket. Tra queste rientrano le visite specialistiche, gli esami di diagnostica strumentale, gli esami di laboratorio, le prestazioni erogate in pronto soccorso non classificate come emergenze o urgenze (codici bianchi) e non seguite da ricovero, e le cure termali.
Il costo massimo del ticket
L’importo del ticket varia in base alla Regione di appartenenza. Il range di spesa oscilla dai 36,15 ai 45,15 euro, con la possibilità che tale quota massima cambi a seconda delle delibere locali.
Per calcolare il ticket, gli operatori del Centro Unico di Prenotazione (CUP) sommano le tariffe di ogni singola visita o esame indicato nella ricetta (le singole tariffe sono definite nel Nomenclatore tariffario regionale della specialistica ambulatoriale) e, anche se il totale è superiore alla soglia, il ticket non supera la quota massima stabilita dalla regione di riferimento.
In Sardegna, ad esempio, il ticket massimo ammonta 46,15 euro per chi non gode si alcuna esenzione.
I dati completi, aggiornati al 2024, sono disponibili sul suto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Monitoraggio della spesa sanitaria 2024).
Inoltre, in Sardegna è stato recentemente approvato il “Nomenclatore e Catalogo delle prestazioni specialistiche ambulatoriali erogabili nell’ambito del Servizio sanitario regionale” in vigore dal 30 dicembre 2024 consultabile online sul sito della RAS.
Validità dell’impegnativa
L’impegnativa ha validità di sei mesi dalla data di rilascio, che è riportata sull’impegnativa. La prestazione deve quindi essere erogata entro questo arco temporale. Il superamento dei 180 giorni richiede una nuova emissione dell’impegnativa da parte del medico di medicina generale.
Il numero di prestazioni sulla stessa ricetta
La normativa nazionale prevede che su un’unica impegnativa possano essere prescritte fino a un massimo di otto prestazioni ambulatoriali, purché appartengano alla stessa branca specialistica (ad esempio, esami di laboratorio) e abbiano un collegamento clinico (ossia siano richieste nell’ambito della stessa indagine diagnostica o per lo stesso problema di salute).
È fondamentale ricordare che le norme possono variare da una regione all’altra, per evitare inconvenienti è dunque sempre consigliabile confrontarsi con il proprio medico di medicina generale.
07/04/2025
di Chiara Prinzi
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Chiara Prinzi Comunicazione & Marketing Mater Olbia